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Come evitare la divisione politica

Alberta è un'energica insegnante di 55 anni. È su Facebook da tre anni e ogni settimana pubblica qualche post. In genere, preferisce usare Facebook solo per vedere cosa stanno facendo i suoi amici e per tenere d'occhio i suoi tre figli che stanno studiando in alcune università del Nord Italia. Nonostante lei abbia delle forti opinioni politiche, non le condivide quasi mai su Facebook; preferisce, invece, discutere giornalmente di questioni politiche ed economiche con suo marito.

Alberta pubblica perlopiù post di notizie o condivide immagini di bei paesaggi e meme. Le poche foto della sua famiglia presenti su Facebook sono state scattate durante riunioni di famiglia, come ad esempio per la laurea della sua figlia più piccola a Bologna. "Non mi va che tutta questa gente sappia cosa facciamo...proprio non mi va!", ha commentato. Alberta crede anche che la natura pubblica di Facebook sia incompatibile non solo con il suo ruolo di insegnante, ma anche con il suo status di moglie e madre. Poiché pensa di dover mantenere una certa distanza dai suoi studenti, li accetta come amici su Facebook solo dopo che hanno lasciato la scuola superiore.

Per Alberta la politica è un argomento molto delicato. Pubblicare le sue opinioni politiche online significherebbe dividere i suoi amici tra quelli che sono d'accordo con la sua presa di posizione e quelli che non sono d'accordo. La vita pubblica in Italia è già divisa abbastanza dalle idee politiche, perciò non vuole dare un ulteriore contributo a questa divisione. A volte, però, Alberta pubblica dei post che è sicura raccolgano l'approvazione generale, come ad esempio post sul progresso dei Carabinieri nella lotta alla mafia o sull'emergenza migranti. Secondo Alberta, la pubblicazione di questi post aiuta a raccogliere sostegno e a rafforzare la coesione su queste questioni all'interno della società.

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